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Quasi due anni sono passati dalla nascita di ParksPlanet e della sua community.

Il nostro primo anno è stato meraviglioso e ricco di sfide: tante decisioni da prendere, la creazione del blog e la nascita del forum e della sezione dedicata ai Supporters sono stati tutti passi essenziali per l’avvio del progetto ParksPlanet. Siamo estremamente felici di quanto abbiamo realizzato finora, ma a noi riposarci proprio non piace e quello a cui puntiamo non è “solo” una nuova community online, ma a dare in prima persona il nostro contributo all’industria dei parchi. Dunque a cosa avremo lavorato per tutto questo secondo anno, vi chiederete?

Beh, abbiamo in serbo per voi due grosse novità, progetti che stiamo sviluppando da tempo (anni!) e che saranno solo i primi di una lunga serie di idee che speriamo di veder realizzate in un prossimo futuro. Apriamo dunque oggi ufficialmente una porta su questo nostro – e vostro – futuro presentando il primo di questi progetti: la ParksPlanet Academy!

 

ParksPlanet Academy

Il logo della nuova ParksPlanet Academy, al via dal 2024

 

Sapete bene come tutto il nostro staff sia cresciuto a pane e parchi, e come sia stato o sia attualmente impegnato a lavorare per alcuni dei principali parchi italiani ed europei. Abbiamo parlato spesso dei bei ricordi che abbiamo della nostra infanzia e adolescenza vissute nei parchi a tema, e di come questa passione ci abbia portato ad essere dove siamo. Ma cosa avrebbe potuto funzionare meglio, cosa avrebbe potuto aiutarci? Insomma: che cosa ci è mancato per facilitare e supportare il nostro percorso?

Con queste domande bene in mente abbiamo dunque iniziato a concepire un luogo di incontro dove gli appassionati, attraverso incontri a tu per tu con diversi e prestigiosi relatori/insegnanti, avessero la possibilità di ricevere un’educazione specifica, approfondita e tecnica relativamente ai più diversi aspetti dell’industria dell’amusement,
e abbiamo cominciato a preparare diverse ore di contenuti che non vediamo l’ora di condividere con voi già a partire dal prossimo anno (in presenza!).

Oltre ai membri del nostro staff, che si occuperanno di trattare direttamente i più disparati argomenti (no spoiler!), abbiamo il piacere e l’onore di annunciare i primi professionisti che, attraverso il loro expertise e le loro importanti storie e aziende, parteciperanno al progetto di ParksPlanet Academy regalandoci aneddoti, know-how e insights sui loro modelli di business e sul vasto e complesso mondo del settore dell’amusement.

 

I COACH DELLA PARKSPLANET ACADEMY

 

Luke Artworks

  •  Luca Bezzi, aka Luke ArtWorks, è un concept designer e grafico illustratore con alle spalle diversi anni di esperienza. Luca è stato responsabile, tra gli altri suoi mille progetti, del look della mitica città Maya di Sian Ka’an che ospita Katun a Mirabilandia.

  • Alessandro Messina e Giovanna Testa, CEO e fondatori di Moviemex3D, sono attivi da anni e leader in Italia per quanto riguarda la tecnologia della realtà virtuale e delle attrazioni 3D e 4D. Abituati a seguire tutte le fasi dello sviluppo creativo tanto delle attrazioni progettate dalla loro azienda quanto a quelle legati ai film e contenuti media da loro realizzati, si sono distinti negli ultimi anni con esperienze installate tanto nei parchi a tema di tutto il mondo quanto con simulatori ed esperienze cinematografiche immersive itineranti.

Toscani Automazione

  • Stefano Toscani, ingegnere fondatore della Toscani Automazione, ha lavorato negli anni con la sua azienda agli effetti speciali di numerosissime attrazioni di Movieland – The Hollywood Park, tra cui Disaster Tour, la novità 2024 del parco. Se volete saperne di più e avere un piccolo assaggio di quello che vi aspetta, trovate QUI la nostra intervista all’ingegnere.

 

Ci teniamo a sottolineare che i nomi già citati non rappresentano la lista complessiva di tutti i coinvolti, ma solo alcuni: per scoprire di più non resta che continuare a seguirci e supportarci come già fate da (quasi) due anni.

COME PARTECIPARE

La partecipazione agli eventi della ParksPlanet Academy è completamente gratuita e riservata ai membri iscritti ai piani “Academy Supporter” e “ParksPlanet Enthusiast” del ParksPlanet Club 2024 (iscrizioni aperte da dicembre 2023).
Se sei uno studente e vuoi partecipare o vuoi presentarci ai tuoi professori per far partecipare la tua classe, scrivici una mail all’indirizzo: academy@parksplanet.it

Maggiori info su date e programmi saranno diffuse nei primi mesi del 2024.

 

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La Toscani Automazione, partner Movieland: The Hollywood Park dal 2006, ha realizzato i software di Pangea, gli effetti speciali della Tomb Raider Machine, Scuola di Polizia, Bandido, Hollywood Tower, U-571, Terminator, Panorama Tram, Bronto Jet, BC-10, Troncosaurus, Space Rangers, Antares ed il prossimo Disaster Tour.

Andiamo a conoscere questa realtà affermata nel mondo dell’automazione con l’intervista esclusiva a cura del nostro Alessio Perottino all’ing. Stefano Toscani.

Buongiorno Stefano! Qual è la storia dell’azienda Toscani Automazione e com’è stata fondata? Puoi condividere alcuni momenti chiave nella crescita dell’azienda?

La Toscani Automazione nasce nel Marzo del 2000. Lo scopo che ci si era prefissi dalla nascita dell’ azienda, cioè di arrivare a fare il 90% del fatturato con la programmazione PLC, viene raggiunto nell’ estate del 2006.

Dal 2006 siamo inoltre diventati partner certificati di Movieland: The Hollywood Park ed abbiamo iniziato a sviluppare i software delle attrazioni.

Nel 2011 viene recensito il nostro impianto di “Gestione del bacino idrografico del Mincio”, realizzato in collaborazione con Panasonic, dalla rivista “Automazione Oggi” e accreditato come un esempio da seguire. Primo anno in cui iniziamo a svolgere corsi di formazione presso strutture private e scuole serali.

Nel 2013 abbiamo sviluppato parte del centro raccolta rifiuti della città di Valencia, dove tutto il processo è stato automatizzato e dalla raccolta indifferenziata dei rifiuti si ottiene una altissima percentuale di materia prima. Primo impianto in Europa ad utilizzare il sistema di sicurezza wireless con rapid roaming, sviluppato in collaborazione di Siemens Europa.

Nel 2018 nasce l’attrazione Pangea, dove la parte software di gestione del veicolo è molto avanzata. E nasce anche la Toscani Academy, un’apposita struttura di mia proprietà, dove potere svolgere i corsi di formazione.

Dal 2020 facciamo parte direttamente dello staff di manutenzione e progettazione di Movieland: The Hollywood Park.

Nel 2022 abbiamo acquisito la parte di sviluppo dei software inerenti la gestione del ciclo dell’acqua della parte orientale del lago di Garda; prende vita l’attrazione Antares, di cui poi parleremo.

Ci puoi parlare del tuo background accademico ed esperienziale? Quali studi e percorsi professionali ti hanno portato a diventare un ingegnere elettronico e a dirigere questa azienda?

Provengo da una famiglia modesta, il padre venuto a mancare quando avevo 3 anni e la madre con problemi di salute. Non me la sono sentita di proseguire gli studi con l’università e appena diplomato tecnico elettronico con quasi il massimo dei voti, ho iniziato subito a lavorare. Questo non mi ha impedito comunque di seguire di notte i corsi accademici universitari di Ingegneria Elettronica ed di Informatica registrati il giorno prima.
L’azienda per cui ho lavorato nel settore manutenzione per 16 anni mi ha dato tanto (e  tanto ho dato anche io!); un gruppo di 8000 persone, di cui la manutenzione contava 120 elementi. Si riparava di tutto e si progettava anche di tutto. Ma erano altri tempi, altre persone e una diversa mentalità: il giovane era visto come una risorsa che bisognava formare nel migliore dei modi perché potesse produrre con successo, tramite corsi, ma soprattutto tramite l’affiancamento ai vari esperti del settore. Se avevi voglia di apprendere, il gioco era fatto. Per questo ho acquisito nozioni molto avanzate non solo di elettronica, automazione, controlli numerici CNC e programmazione PLC, ma anche di meccanica, fluidodinamica, oleodinamica, gestione di processi industriali e processi di saldatura di tutti i tipi.

Con la nascita della Toscani Automazione, ho partecipato a tutta un’altra serie di corsi di approfondimento sulla componentistica dell’automazione, come PLC, HMI, Inverter e Brushless.

A conti fatti, la mia forza attuale non sta soltanto nel sapere programmare un PLC in modo avanzato, ma nell’avere una conoscenza globale di tutta la componentistica e di tutte le tematiche che interessano il progetto costruttivo e la messa in funzione dell’impianto che pochi possono vantare.

Come in tutti i lavori è però fondamentale la passione in quello che fai e la modestia di considerare che troverai sempre qualcuno più in gamba di te da cui potrai trarre insegnamenti.

L’azienda Toscani Automazione sembra concentrarsi sul settore delle attrazioni dei parchi divertimento. Cosa ha ispirato questa scelta e quali sfide od opportunità avete affrontato lavorando in questo settore altamente specializzato?

In realtà il lavoro nel settore delle attrazioni dei parchi divertimento occupa solo il 30% circa del nostro fatturato, ma è quello che ha la maggiore cassa di risonanza. Ci occupiamo soprattutto del settore legato alla gestione del ciclo dell’acqua, partendo dall’estrazione, alla distribuzione fino alla depurazione. Siamo presenti inoltre nei settori di: trattamento rifiuti, settore agricolo, settore ferroviario, settore chimico, settore alimentare, impianti di collaudo e macchine d’officina. Abbiamo sviluppato più di 500 impianti di tutte le tipologie e lavorato direttamente con Siemens Europa e Panasonic.

Nel settore delle attrazioni vige però una regola non scritta: “non esiste la gloria eterna”; cioè puoi avere fatto la migliore attrazione dell’anno, ma a fine stagione tutto si azzera e parte una nuova sfida per realizzare la prossima attrazione. È un continuo mettersi in gioco … Ed è proprio qui che tutte le conoscenze e l’esperienza acquisite negli anni fanno la differenza.

Quali sono alcune delle innovazioni più significative o progetti di successo su cui avete lavorato nel campo dell’automazione per le attrazioni dei parchi divertimento? Come avete contribuito a migliorare l’esperienza dei visitatori in questo settore?

Una novità che abbiamo introdotto è sicuramente il REC&PLAY, cioè l’abbandono della Time Line (scrittura del programma a fronte di una scaletta di tempi). In pratica abbiamo introdotto la possibilità di registrare nella memoria del PLC la scena reale in diretta per poi riprodurla ciclicamente ad ogni show.

Progetti importanti sono stati U-571 e Pangea, attrazioni che hanno vinto il premio come migliori dell’anno e novità assolute; ma un posto di riguardo lo occupa sicuramente Antares, nato dopo due anni di lavoro grazie anche alla collaborazione con il team creativo e di sviluppo Movieland, Caneva World resort.

Per quanto riguarda l’esperienza vissuta dal visitatore, questa è la cartina tornasole del nostro lavoro. Ascoltare le reazioni all’uscita dell’attrazione e a volte chiedere direttamente pareri ai visitatori hanno anche portato ad inserire modifiche interessanti.

Credo che aiutare i giovani ad affacciarsi a questo mondo sia fondamentale, dare gli strumenti e le basi per poter coltivare i talenti del futuro. La Toscani Automazione sposa perfettamente questo concetto creando eventi e corsi. Puoi parlarcene più approfonditamente?

Da diversi anni proponiamo corsi di formazione nel campo della programmazione PLC e collaboriamo con strutture scolastiche. I nostri corsi si basano sulla possibilità dell’allievo di avere una propria postazione PC con tanto di PLC e simulatori preparati affinché il corso diventi il più possibile interattivo, mantenendo alto il livello di concentrazione dell’allievo, proprio perché sarà lui in prima persona a realizzare l’esercizio proposto.

La seconda parte del corso è volta ad insegnare le nostre tecniche di programmazione relative agli impianti che realizziamo, affinché l’allievo possa anche diventare un nostro futuro collaboratore.

A tal proposito invito voi e i vostri lettori interessati all’argomento a partecipare al mio evento gratuito “Toscani Academy Open House” il 22 settembre, in cui andremo a scoprire l’utilizzo dell’elettronica e dell’automazione nelle attrazioni di Movieland: The Hollywood Park.
Avremo il piacere di essere accompagnati in questo approfondimento dal Parks Operation Manager del gruppo Canevaworld Resort, Alberto Farinon.
Presenterò inoltre i miei corsi di automazione, le aule e i dispositivi già citati poco sopra.

Potete iscrivervi mandando una mail a toscaniacademy@gmail.com richiedendo il biglietto gratuito d’accesso all’evento.

Ci saremo Stefano, promesso!
Ti ringraziamo per questa preziosa intervista, ci vediamo al “Toscani Academy Open House” il 22 settembre 2023.

 

PROGRAMMA DELL’EVENTO

TURNO 1
8:30 – 9:30 Presentazione corsi programmazione PLC Toscani Academy
10:00 – 11:30 Utilizzo dell’ elettronica e dell’ automazione nelle attrazioni di Movieland Park

TURNO 2
16:00 – 17:00 Presentazione corsi programmazione PLC Toscani Academy
17:30 – 19:00 Utilizzo dell’ elettronica e dell’ automazione nelle attrazioni di Movieland Park

TURNO 3
19:30 – 20:30 Presentazione corsi programmazione PLC Toscani Academy

La partecipazione agli eventi è gratuita, i posti disponibili sono 19 per evento e si richiede la prenotazione e la presentazione del biglietto di entrata con cui si autorizzano foto e riprese.

Evento: Toscani Academy Open House
Luogo: Via Londra 39, Porto Mantovano di Mantova
Data: Venerdì 22 Settembre 2023

In base ai posti disponibili sarà nostra cura inviarvi il biglietto o indicarvi gli eventuali altri posti disponibili.

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L’automazione industriale è un campo di vitale importanza per i parchi divertimento, che si affidano a tecnologie avanzate per offrire ai propri visitatori esperienze sempre più emozionanti e al tempo stesse sicure. Consente, ad esempio, di automatizzare i processi di controllo e monitoraggio degli impianti, ridurre i tempi di fermo per manutenzione e appunto migliorare la sicurezza delle attrazioni.

Analizziamo insieme questo affascinante mondo a cui quotidianamente, senza nemmeno accorgerci, affidiamo la nostra vita in cambio di attimi di divertimento e spensieratezza.

Bluefire Europa Park

La storia dell’automazione

L’automazione industriale è un ramo ingegneristico che ha origini antiche, che risalgono al periodo in cui gli uomini cominciarono a utilizzare le prime macchine semplici per snellire il lavoro manuale. Nel corso dei secoli si è evoluta progressivamente grazie all’introduzione di nuove tecnologie e alla continua scoperta di nuovi materiali.

Tuttavia, il vero sviluppo dell’automazione iniziò nel XIX secolo, con l’avvento della Rivoluzione Industriale. L’industria tessile fu una delle prime ad adottare i sistemi di automazione utilizzando le macchine a vapore per movimentare i primi telai meccanici: il loro inventore, il meccanico inglese Edmund Cartwright, passò alla storia come uno dei pionieri dell’automazione industriale.

Nel corso del XX secolo l’automazione continuò a evolversi con l’introduzione dei sistemi a controllo numerico e dei prototipi di robot industriali fino a raggiungere gli anni ’50, in cui furono sviluppati i primi controllori logici, che consentivano di programmare l’automazione dei processi produttivi. Successivamente, negli anni ’70, vennero introdotti i primi sistemi di supervisione e controllo elettronico, che permettevano di monitorare le operazioni produttive in tempo reale e di intervenire in caso di guasti o malfunzionamenti.

Negli ultimi decenni, l’automazione industriale ha raggiunto un livello di evoluzione molto avanzato grazie all’introduzione di tecnologie come l’Internet of Things (IoT), l’intelligenza artificiale e la robotica collaborativa. Oggi l’automazione industriale è un settore in costante crescita, che continua a evolversi per soddisfare le esigenze di un mercato sempre più competitivo ed esigente.

Come funziona e da cos’è composta

Sebbene il settore dell’automazione sia assai variegato, in quanto si adatta a qualsiasi esigenza del cliente finale e quasi ogni macchinario è costruito ad-hoc per il suo specifico utilizzo, le basi su cui si fonda sono necessariamente sempre le stesse: un gruppo di sensori (per rilevare/leggere valori), un gruppo di attuatori (per fare azioni/manipolazioni) e un controllore (PLC/DCS, che supervisiona). Nei sistemi più complessi sono presenti anche i pannelli operatore e altre interfacce per permettere interazioni tra uomo e macchina.

Automation pyramid

La piramide dell’automazione. Ogni livello corrisponde a determinati dispositivi e fasi.
Immagine di realpars.com

 

Gli impieghi dell’automazione nei parchi divertimento

All’interno dei nostri amati parchi, l’automazione svolge i ruoli più disparati quanto fondamentali: dalla gestione dei sistemi di sicurezza delle attrazioni a quelli di illuminazione, suoni ed effetti speciali, oltre al controllo delle biglietterie e delle code.

Questi sistemi sempre più evoluti e autonomi consentono di monitorare costantemente qualsiasi impianto e intervenire tempestivamente in caso di guasto o malfunzionamento, garantendo in ogni momento la sicurezza di cast members e guests. Al giorno d’oggi non esiste attrazione o show all’interno di un parco che non sia dotata di sensori, attuatori o controllori, pertanto procediamo con l’analisi di tali dispositivi.

Tipologie di segnale

Una veloce premessa, prima di addentrarci nei dettagli dell’automazione, riguarda la distinzione dei segnali. In elettronica, infatti, ne troviamo di due tipi: analogici e digitali.

Quelli analogici, com’è facile intuire dalla parola, sono segnali che variano in modo continuo nel tempo e nell’ampiezza in base a misurazioni fisiche, come ad esempio un segnale audio o un segnale di tensione, caratterizzato da onde sinusoidali. Ciò significa che il valore del segnale può assumere qualsiasi valore all’interno di un intervallo specifico. Un segnale analogico può essere rappresentato da una curva continua che mostra come il valore del segnale varia nel tempo.

I segnali digitali, invece, sono segnali temporali discreti e non continui. Il segnale digitale trasporta informazioni o dati in forma binaria, cioè un segnale digitale rappresenta le informazioni sotto forma di bit. L’intervallo di bit (bit rate) descrive il tempo necessario per inviare un singolo bit, ovvero descrive ne la frequenza. È rappresentato da un’onda quadra con ampiezza che varia tra zero e uno.

Rappresentazioni di segnali digitale e analogico

 

I dispositivi di acquisizione dati: i sensori

Dal punto di vista elettronico, un sensore è un modulo costituito da un insieme di dispositivi elettronici sensibili a un determinato fenomeno fisico, che convertono l’informazione ricevuta in un segnale elettrico misurabile. L’obiettivo principale di un sensore è quello di rilevare la presenza o l’assenza di una grandezza fisica, come ad esempio la temperatura, la pressione, la luce, il suono, e convertirla in un segnale elettrico che possa essere elaborato da altri circuiti elettronici, come un microcontrollore, PLC o altri.

In automazione i sensori possono essere ridondanti per garantire la massima sicurezza e affidabilità del sistema: ciò significa che sono presenti due o più sensori che svolgono la stessa funzione in modo indipendente in un punto preciso. Se uno dei sensori si guasta o fallisce per qualsiasi motivo, gli altri sensori possono continuare a rilevare e monitorare la situazione, evitando il rischio di guasti o malfunzionamenti del sistema. Inoltre, i sensori ridondanti possono aumentare la precisione e l’accuratezza dei dati raccolti, migliorando le prestazioni del sistema e
riducendo il rischio di errori o imprecisioni. Ecco perché nelle attrazioni possiamo vedere lungo il percorso svariate tipologie di sensori, spesso a gruppi di due o più elementi.

Le famiglie di questi dispositivi sono veramente molteplici, tra le più diffuse si trovano:

  • sensori induttivi: sono utilizzati per rilevare parti metalliche. Consistono in una bobina con un nucleo magnetico, un circuito oscillatore ed un interruttore.  L’oscillatore crea un campo magnetico nella bobina, se è presente un oggetto metallico (di materiale ferromagnetico) nel suo campo di azione l’ampiezza dell’oscillazione diminuisce a causa delle perdite in un oggetto metallico presente nel campo di azione. Tale variazione è rilevata per azionare l’interruttore. Tra le caratteristiche peculiari di questo sensore c’è un campo di funzionamento piuttosto limitato (pochi centimetri) e una frequenza di operazioni molto elevata dell’ordine di migliaia di volte al secondo rendendoli adatti a rilevare oggetti in rapido movimento.
  • sensori capacitivi: sfruttano la variazione di capacità di un condensatore al variare del mezzo tra le due armature. Sono capaci di rilevare oggetti che hanno una costante dielettrica εr maggiore di 1.2 (aria = 1). Se la costante dielettrica è molto alta possono rilevare oggetti all’interno di contenitori metallici. Per questo sono usati per la rilevazione del passaggio di un fluido in una condotta;
  • sensori fotoelettrici: usano un fascio luminoso per rilevare la presenza di oggetti che lo bloccano o lo riflettono. Sono costituiti da un emettitore di luce (led ad infrarosso o laser) e da un ricevitore. Normalmente viene usato un fascio di raggi infrarossi, in quanto questa radiazione difficilmente si confonde con i disturbi generati da fonti luminose ambientali. Il campo sensibile di questi sensori dipende sostanzialmente dalla natura della superficie dell’oggetto da rilevare, che va tipicamente dai 10 cm a qualche metro;
  • sensori ultrasonici: funzionano sul principio del sonar, ovvero emettono impulsi sonori ultrasonici e rilevano un’eventuale eco di ritorno generata dalla presenza di un oggetto all’interno della portata nominale. Questi sensori sono costosi ma presentano dei significativi vantaggi: possono avere portate nominali molto elevate (fino a 10 m); sono immuni ai disturbi elettromagnetici; possono rilevare oggetti di qualsiasi materiale; possono rilevare oggetti senza che questi siano stati preventivamente preparati;
  • sensori resistivi: questi dispositivi variano la propria resistenza elettrica in relazione alla grandezza fisica misurata.
  • sensori meccanici: tipicamente impiegati col ruolo di finecorsa, sono sensori in cui sia la grandezza di ingresso è frutto di uno spostamento fisico (lineare o angolare).

Esempi di impiego dei sensori

Nelle varie sezioni di un coaster si possono notare sparpagliati qua e là i proximity sensors: il loro ruolo è rilevare una determinata parte metallica del treno (infatti si tratta di un sensore induttivo), nel momento in cui esso si avvicina al gruppo di sensori viene inviato un segnale elettrico al PLC segnalandone la presenza. Questo fa sì che tutto il percorso sia costantemente monitorato in ogni sua singola porzione, evitando pericolose situazioni con più treni ravvicinati. I proximity sono sensori digitali, pertanto il loro segnale d’uscita è composto da bit (zero se non rileva nulla, uno se rileva il treno). Di seguito vi proponiamo alcune immagini dei sensori presenti su “Oblivion: The Black Hole“, il dive coaster di Gardaland.

 

Rimanendo sempre in ambito coaster, spesso vi sarà capitato di vedere in cima alle lift l’anemometro, il dispositivo che rileva la velocità e l’angolazione del vento. Anch’esso funziona attraverso l’uso di sensori che misurano la spinta del vento e la velocità di rotazione delle pale. In base alla velocità rilevata, l’anemometro elettronico genera un segnale analogico direttamente proporzionale ( il rapporto tra le due grandezze è costante) alla misurazione. All’aumentare del vento le pale ruotano più velocemente, aumentando quindi i valori in uscita dai sensori. Questi dati vengono poi elaborati dal PLC per ottenere una grandezza con un’unità di misura convenzionale.

Anemometer coaster

Un altro esempio sono le fotocellule, o sensori fotosensibili. Nell’attrazione “Magma 2.1” di Movieland Park ne troviamo davvero a decine.
L’intera ride è divisa in sezioni contenenti diversi effetti speciali che si attivano al passaggio del camion: quando questo attraversa i raggi infrarossi delle fotocellule, le scene di animano in totale autonomia con esplosioni di fuoco, terremoti e ponti che crollano in acqua!

Di tutt’altra tipologia invece gli attivatori delle scene de “I Corsari“, storica attrazione di Gardaland inaugurata nell’ormai lontano 1992. L’attrazione è una water dark ride dell’azienda Intamin che si sviluppa in un percorso acquatico posto a circa 14 metri sotto il livello del suolo: 22 le barche lungo il percorso, 40 gli ospiti trasportati da ciascuna.

La scelta dei progettisti per attivare le varie sezioni è stata quella dei cosidetti sensori a bacchetta, veri e propri interruttori meccanici che al passaggio della barca vengono in contatto con essa e ruotando inviano il segnale verso il PLC. Semplici ma efficaci!

 

Nella seconda parte di questa serie di articoli andremo a scoprire il mondo degli attuatori e dei controllori, completando le basi di un sistema d’automazione.

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