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Quattordici anni fa, il 1° aprile 2011, Gardaland cambiava per sempre il panorama delle montagne russe internazionale con l’inaugurazione di Raptor, il primo Wing Coaster al mondo, un’innovazione progettata dalla rinomata azienda svizzera Bolliger & Mabillard (B&M). Un’attrazione capace di unire adrenalina, tematizzazione e un’esperienza di volo unica nel suo genere. Ma come siamo arrivati a questa rivoluzione? Ripercorriamo la storia di questo roller coaster iconico, dalla sua nascita fino ai dettagli più tecnici e scenografici che lo rendono ancora oggi una delle attrazioni più amate del parco.

Dalle foreste di Tunga al regno di Raptor

Tunga, originariamente conosciuta come “Safari Africano”, è stata una delle attrazioni storiche di Gardaland, inaugurata il 19 luglio 1975. Questo percorso acquatico conduceva i visitatori attraverso scenari africani a bordo di canoe, offrendo incontri ravvicinati con tribù indigene e animali selvaggi, creando un’esperienza immersiva nella natura africana. Al momento dell’apertura, l’attrazione era ancora in fase di completamento, con operai al lavoro visibili ai visitatori.

Nel 1998, “Safari Africano” chiuse temporaneamente per un significativo restyling. L’anno successivo, nel 1999, riaprì con il nome “Tunga: The Apeman”. Questa nuova versione presentava animatronics aggiornati, tra cui la figura di Tunga, un uomo della giungla ispirato a Tarzan, arricchendo l’esperienza con una narrazione più avvincente.

Tunga rimase operativa fino al 2009, diventando già in corso di stagione l’area di cantiere della novità 2011.

La storia di Raptor: il ritrovamento dell’uovo

La storia dell’attrazione racconta di una creatura alata e feroce, un predatore sconosciuto che, risvegliato dal suo antico sonno nelle profondità di Gardaland durante gli scavi per le nuove montagne russe, ha scatenato il caos per punire l’arroganza umana. Questo essere rapisce chiunque osi sfidarlo (da qui i sedili sospesi), trascinandolo in un volo spericolato tra foreste sterili e terre desolate.

Fin dai primi scavi, lo storytelling dell’attrazione iniziò a prendere forma e venne condiviso con i fan attraverso il ritrovamento dell’uovo della creatura. Per l’epoca, la comunicazione era innovativa, grazie a una webseries animata all’avanguardia, lanciata su un minisito dedicato, che combinava riprese dal cantiere con droni e scene interpretate da attori nei panni di scienziati incaricati di investigare il misterioso ritrovamento.

 

La tecnologia dietro al volo di Raptor

Raptor è stato il primo Wing Coaster mai costruito dall’azienda Bolliger & Mabillard, una tipologia di montagna russa in cui i sedili non si trovano sopra i binari, ma ai lati, dando ai passeggeri la sensazione di fluttuare nel vuoto. Questo innovativo layout permette un’esperienza di volo inimitabile, amplificata da inversioni spettacolari e da una fluidità di movimento tipica delle creazioni B&M.

Ecco alcune specifiche tecniche di Raptor:

  • Altezza: 33 metri
  • Lunghezza del percorso: 770 metri
  • Velocità massima: 90 km/h
  • Capacità oraria: Circa 1000 persone
  • First Drop inclinata di 65°
  • 3 inversioni: In-Line Twist, Flat spin, Zero-G Roll,
  • Near Miss Features (elementi scenografici che simulano impatti sfiorati)

 

La tematizzazione dell’area

Uno degli aspetti affascinanti di Raptor è la sua tematizzazione. L’attrazione è ambientata nell’area di un laboratorio segreto, tana di una creatura alata che ora sorvola i resti della struttura semidistrutta. I visitatori, salendo a bordo del coaster, vengono trascinati in un viaggio vorticoso nei cieli, tra rovine e strutture in bilico.

L’intera area è stata trasformata per adattarsi alla narrativa di Raptor, con edifici in rovina, recinzioni piegate e segnali di pericolo sparsi ovunque. L’atmosfera post-apocalittica è enfatizzata anche dalla vegetazione curata ma al tempo stesso incolta e da effetti sonori immersivi.

 

L’adrenalina dei Near Miss Features

Uno degli elementi distintivi di Raptor sono i Near Miss Features, ovvero oggetti scenografici che il treno sembra sfiorare a velocità elevata, aumentando la sensazione di pericolo e immersione. Tra i più iconici troviamo la torre divelta, che il treno attraversa con un passaggio strettissimo mentre percorre un overbanked a 90°, un albero spezzato a metà, che sembra sfiorare i passeggeri in volo e infine, prima di giungere ai freni finali, un sistema di cattura che tenta di bloccare la creatura mentre il treno vi sfreccia attraverso.

Questi dettagli non solo migliorano l’impatto visivo del coaster, ma amplificano la sensazione di adrenalina e coinvolgimento.

 

Il biolago: un elemento scenografico naturale

Un altro elemento distintivo di Raptor è il biolago che si trova nell’area dell’attrazione. Un biolago è una piscina naturale che utilizza un sistema di filtraggio biologico e vegetale per mantenere l’acqua pulita e cristallina senza l’uso di sostanze chimiche. A differenza delle piscine tradizionali, che dipendono da prodotti chimici come il cloro per disinfettare e pulire l’acqua, i biolaghi sfruttano il potere della natura per mantenere l’ambiente acquatico salubre. Questo tipo di lago è progettato per simulare l’equilibrio ecologico di un ecosistema acquatico naturale, in cui le piante acquatiche e i microrganismi svolgono un ruolo fondamentale nel filtrare e purificare l’acqua.

 

Effetti Speciali nei Primi Anni di Attività

Guardiamo indietro di 14 anni e non possiamo non rimpiangere gli effetti speciali che hanno reso Raptor nei primi anni di apertura molto più di un semplice coaster.
All’inaugurazione, infatti, era dotato di diversi effetti speciali che aumentavano il coinvolgimento dei visitatori. Tra questi numerosi spruzzi d’acqua ai lati del percorso acquatico, che simulavano il passaggio radente della creatura a pelo d’acqua; oppure la nebulizzazione d’acqua nel sistema di cattura, creando un muro di vapore che si andava inevitabilmente ad attraversare.

 

Un’icona di Gardaland divenuta indelebile

A distanza di quattordici anni dalla sua apertura, Raptor rimane una delle attrazioni più iconiche di Gardaland, capace di regalare emozioni forti grazie alla combinazione di un layout innovativo, una tematizzazione curata nei minimi dettagli e un’esperienza di volo unica. Un punto di riferimento per gli appassionati di roller coaster e una testimonianza della continua evoluzione del parco.

Che siate veterani di Raptor o nuovi visitatori pronti a provarlo per la prima volta, una cosa è certa: una volta a bordo, il richiamo del predatore alato vi trascinerà in un’esperienza indimenticabile.

 

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Archivio fotografico: GardalandTamTam

Kingda Ka demolizione demolition

Il mondo dei parchi di divertimento è ricco di attrazioni leggendarie, e poche hanno segnato tanto la storia del settore quanto Kingda Ka. Collocata al Six Flags Great Adventure, uno dei parchi più iconici degli Stati Uniti situato vicino Jackson, nello stato del New Jersey, Kingda Ka è stata per anni un simbolo dell’ingegneria estrema applicata al mondo dei coaster. Inaugurata nel 2005, l’attrazione ha mantenuto per oltre un decennio il titolo di coaster più alto e veloce del mondo, stabilendo un nuovo standard per le montagne russe in tutto il mondo.

Il parco Great Adventure

Six Flags Great Adventure, situato a Jackson, New Jersey, ha una lunga storia nel settore dei parchi di divertimento. Fondato nel 1974 e originariamente chiamato Great Adventure, il parco si è subito distinto per la qualità delle sue attrazioni e la capacità di innovare, ampliandosi nel tempo con nuove proposte sempre più audaci. All’inizio, il parco si distingueva per l’ampia offerta di giostre tradizionali e per i suoi spazi verdi, ma con il passare degli anni è diventato sempre più noto per le sue montagne russe e le attrazioni estreme. La crescita e l’evoluzione del parco sono strettamente legate all’evoluzione del settore dei parchi divertimento negli Stati Uniti, un settore che ha visto il passaggio da attrazioni più modeste a veri e propri colossi dell’intrattenimento, capaci di attirare milioni di visitatori ogni anno. Nel 1976 fu aggiunto uno dei primi looping coaster, “The Super Loops,” che rappresentò una rivoluzione nel concetto di adrenalina per i visitatori. Da quel momento, il parco ha cercato costantemente di superare se stesso, lanciando attrazioni sempre più grandi, più veloci e più emozionanti.

L’acquisizione da Six Flags

Uno degli eventi chiave nella storia del parco è stata l’acquisizione da parte della Six Flags Corporation nel 1977, una mossa che ha permesso al parco di inserirsi in una rete di parchi a tema in rapida espansione: il nome del parco fu cambiato quindi in Six Flags Great Adventure, mantenendo l’eredità del nome originario ma integrandolo nel brand Six Flags.
La filosofia di Six Flags è sempre stata quella di offrire esperienze uniche e adrenaliniche, puntando su montagne russe dalle dimensioni e dalle caratteristiche mai viste prima. Negli anni, Six Flags Great Adventure ha introdotto diverse attrazioni da record, tra cui il famoso “Rolling Thunder,” un wooden coaster che per anni è stato uno dei più amati dagli appassionati. Con l’introduzione di “Batman: The Ride” negli anni ‘90, un innovativo inverted coaster, il parco ha continuato a espandere la sua offerta, attirando visitatori non solo dalla costa est degli Stati Uniti ma da tutto il mondo. Tuttavia, è stato con l’apertura di Kingda Ka nel 2005 che il parco ha raggiunto una nuova vetta in termini di popolarità e riconoscimento globale.

 

Kingda Ka: il re degli stratacoaster

Kingda Ka rappresentava un punto di svolta nell’evoluzione dei coaster. Costruito dalla ditta svizzera Intamin, azienda di riferimento nel campo dei coaster innovativi, Kingda Ka non era solo un coaster da record, ma una vera e propria esperienza sensoriale. La sua torre, che si innalzava a un’altezza mozzafiato di 139 metri (456 piedi), dominava lo skyline del parco, offrendo ai visitatori una visione imponente e quasi intimidente già da chilometri di distanza. Quando Kingda Ka fu inaugurato, non c’era nulla di paragonabile al mondo. Il suo lancio idraulico, che accelerava il treno da 0 a 206 km/h in appena 3,5 secondi, lasciava a bocca aperta chiunque avesse il coraggio di affrontarlo.

Nonostante Six Flags Great Adventure fosse già conosciuto per le sue attrazioni, con Kingda Ka fece il salto di qualità, diventando un punto di riferimento internazionale. Migliaia di appassionati di rollercoaster da tutto il mondo iniziarono a considerare il parco una tappa imperdibile, attratti dalla sfida offerta da questo gigante dell’acciaio. Ma nonostante la fama e la gloria che l’attrazione ha raccolto, il destino di Kingda Ka è ormai segnato.

Le caratteristiche tecniche

Entrando nel dettaglio delle sue caratteristiche tecniche, Kingda Ka era un coaster della tipologia “Stratacoaster“, ovvero una montagna russa più alta di 120 metri. Al momento della stesura di questo articolo ne sono presenti solamente due operative, ovvero Escape from Krypton al Six Flags Magic Mountain e Top Thrill Dragster a Cedar Point, tutte prodotte dall’azienda Intamin.

Subito dopo il lancio, con un’accelerazione di circa 1,66 g , il treno di Kingda Ka scalava la torre principale con un angolo verticale di 90 gradi, per poi discendere in picchiata dalla stessa altezza, raggiungendo nuovamente velocità vertiginose. La discesa non era una semplice caduta, ma una spirale a 270º che aggiungeva un ulteriore elemento di sorpresa e disorientamento. Al termine della discesa in picchiata verticale, il treno superava una camelback alta 39 metri prima di tuffarsi nella sezione dei freni finali. Seppur l’intero giro durava appena 28 secondi, ogni momento era un concentrato di pura adrenalina.

Il treno era composto da cinque vetture, capaci di ospitare in totale fino a 18 passeggeri. Ogni lancio era preceduto da una fase di pre-accelerazione, in cui il sistema idraulico caricava l’energia necessaria per il lancio. Una volta pronta, la trazione idraulica si attiva e in un batter d’occhio il treno era proiettato a velocità folli.

Ambiziose aggiunte: Drop of Doom

Nel 2014, per rendere ancora più emozionante l’area di Kingda Ka, Six Flags Great Adventure decise di aggiungere un’ulteriore attrazione da record: le torri di caduta chiamate Zumanjaro: Drop of Doom. Integrate direttamente nella struttura principale del rollercoaster, queste torri di caduta si innalzavano per un’altezza di 126 metri, rendendole le più alte al mondo al momento della loro inaugurazione. Zumanjaro offriva ai visitatori un’esperienza vertiginosa: i passeggeri, sollevati lentamente fino alla cima, venivano lasciati cadere in caduta libera a velocità di oltre 140 km/h. Questa fusione tra Kingda Ka e Zumanjaro ha creato un’area spettacolare, con i treni del coaster che sfrecciano attorno alle torri di caduta, aumentando ulteriormente il brivido per chi osservava da sotto e per chi si trovava a bordo.

Addio al coaster dei record…

Nonostante il successo dell’attrazione, Kingda Ka non è stata esente da problemi tecnici nel corso degli anni. A causa della complessità del sistema di lancio idraulico, l’attrazione ha spesso subito guasti e lunghi periodi di chiusura per manutenzione. Questo non ha impedito che rimanesse una delle montagne russe più amate e desiderate dai fan di tutto il mondo, ma i costi di gestione e manutenzione di un’attrazione così avanzata hanno cominciato a diventare sempre più insostenibili. E ora, dopo quasi 20 anni di attività, Six Flags ha annunciato ufficialmente che Kingda Ka sarà smantellata nei prossimi giorni.

La decisione di smantellare Kingda Ka ha lasciato molti appassionati di parchi e rollercoaster sconvolti. Sebbene le ragioni ufficiali citino motivazioni legate ai costi di manutenzione e la necessità di fare spazio a nuove attrazioni, è difficile non percepire un senso di tristezza alla notizia della fine di questo gigante dell’ingegneria. Smantellare un’attrazione di tale portata segna un punto di svolta, la fine di un colosso nel mondo dei parchi a tema.

Condividiamo lo stato dello smantellamento ad oggi (24 febbraio 2024) mediante un video di @east_coasters.

… con una demolizione controllata

La demolizione della sezione principale costituente la top hat di Kingda Ka è prevista per i prossimi giorni con una spettacolare demolizione controllata mediante l’uso di esplosivi. Gli appassionati si preparano a dare l’addio all’attrazione che per anni è stata simbolo di audacia e innovazione. Per molti, Kingda Ka è stata un’esperienza unica, e la sua scomparsa lascia un vuoto che sarà difficile colmare. Six Flags non ha ancora annunciato quale attrazione prenderà il posto di Kingda Ka, ma i fan sperano che il parco sia in grado di mantenere vivo lo spirito di innovazione che ha sempre caratterizzato le sue scelte.

In conclusione, Kingda Ka ha rappresentato non solo un record mondiale, ma un’icona culturale per tutti coloro che amano le emozioni forti e l’ingegneria dei rollercoaster. Con la sua scomparsa, si chiude un capitolo importante nella storia di Six Flags Great Adventure e dell’intero settore delle montagne russe. Tuttavia, anche se il suo tempo è giunto al termine, l’eredità di Kingda Ka continuerà a vivere nei ricordi di milioni di persone che, almeno per qualche secondo, hanno potuto sfidare l’impossibile.

Il futuro dell’area

“Questo importante investimento fa parte del nostro impegno continuo per migliorare l’esperienza degli ospiti e offrire la prossima generazione di attrazioni emozionanti”, ha affermato il portavoce di Six Flags Great Adventure, Ryan Eldredge, in una dichiarazione.

Secondo le informazioni più recenti, l’intenzione del parco è quella di sostituire il coaster con una nuova attrazione che stabilirà diversi record mondiali. L’apertura di questa nuova montagna russa è prevista nel 2026, ma i dettagli specifici sul tipo di coaster o sulle sue caratteristiche non sono ancora stati rivelati. Inoltre, il parco ha confermato la chiusura di altre attrazioni, tra cui Green Lantern, Parachute Drop e Twister, per fare spazio a questa nuova esperienza. Per il momento, quindi, non sono disponibili informazioni precise su cosa sostituirà Kingda Ka, ma è certo che Six Flags sta pianificando un’attrazione che promette di superare i record precedenti. I dettagli sono attesi per la fine dell’estate 2025.

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È il mercoledì 27 agosto del 1997. 

Tutto inizia intorno alle 17:00, quando il coaster Sirocco parte per un nuovo giro sopra i cieli di quello che oggi conosciamo come Walibi Belgium: l’attrazione manca di potenza proprio durante il lancio, e la velocità troppo bassa del treno di diverse tonnellate causa un blocco nel punto peggiore: al centro del loop!

È la prima volta dalla sua apertura nel 1982 che Sirocco si blocca con persone a bordo in questa posizione. Un guasto che si trasforma in un’esperienza terrificante per i passeggeri, che si ritrovano sospesi a testa in giù, in preda al panico e alla nausea per oltre 80 minuti.

 

Prima di approfondire svolgimento ed epilogo di questo incidente, che ha avuto un impatto significativo nella narrazione dei parchi al tempo e ha portato il parco Walibi Belgium (all’epoca ancora Walibi Wavre) sotto i riflettori internazionali, ripercorriamo la storia di questo coaster, per molto tempo attrazione emblema del parco belga.

Il Parco: Walibi Belgium

Circa 20 chilometri a sud di Bruxelles, immerso nella campagna belga, sorge il parco di divertimenti Walibi Wavre (oggi, appunto, Walibi Belgium). Nato dalla mente dell’imprenditore belga Eddy Meeùs e inaugurato il 26 luglio 1975, il parco ha subito conquistato il cuore del pubblico.

Il nome Walibi – che ora indica una catena di parchi internazionale – nasce come acronimo che deriva dalle prime due lettere dei tre comuni su cui si estende il primo parco del gruppo: Wa per Wavre, Li per Limal e Bi per Bierges. Inoltre il nome richiama il wallaby, un piccolo marsupiale australiano, e ciò ha ispirato sin da subito la scelta della mascotte del parco, un simpatico canguro.

Nel 1978 Walibi introduce per la prima volta nella storia dei parchi di divertimento il rivoluzionario concetto di biglietto giornaliero con accesso illimitato a tutte le attrazioni, un’idea innovativa che ha permesso a chiunque di vivere un’intera giornata di divertimento senza limiti.

 

La mappa del 1982 con la new entry “Sirocco”

 

Sirocco, il primo launched coaster in Europa

Verso la fine del 1981 Eddy Meeùs, il proprietario del parco, scopre per caso che il famoso produttore di montagne russe Anton Schwarzkopf ha in vendita uno dei suoi coaster della tipologia denominata “Shuttle Loop”: si trattava ai tempi di un’attrazione davvero innovativa, progettata originariamente per un parco divertimenti giapponese nel frattempo fallito. Meeùs fiuta l’occasione: immagina già le folle di persone che accorrerebbero a Walibi per provare questa nuova emozione.

Schwarzkopf, sicuro del potenziale dell’attrazione, e convinto che lo Shuttle Loop porterebbe al parco almeno 300.000 visitatori in più ogni anno, spara alto: 75 milioni di franchi belga (BEF) per l’acquisto.
Meeùs, incuriosito dalla sicurezza di queste affermazioni, fa una controproposta che sa di scommessa: 45 milioni subito, più un bonus di 30 milioni se la promessa di Schwarzkopf relativa all’incremento di visitatori si avvera.

Schwarzkopf accetta, e all’inizio del 1982 Walibi inaugura Sirocco, il primo Shuttle Loop d’Europa. Per il lancio viene realizzata una campagna pubblicitaria con spot televisivi in onda tanto sui canali belga che su quelli olandesi. Uno di questi spot si rivela un vero successo di settore, tanto da vincere il premio come miglior spot del 1982 alla convention internazionale dei parchi di divertimento negli Stati Uniti.

La stagione 1982 si svolge senza intoppi, e raggiunge un totale di 950.000 visitatori accolti rispetto al milione di presenze registrato nell’anno precedente.

Visto che l’obiettivo dei 300.000 visitatori aggiuntivi non fu raggiunto, Eddy Meeùs vince la sua scommessa con Anton Schwarzkopf, risparmiando ben 30 milioni di franchi.

 

Lo Shuttle Loop

Lo Shuttle Loop è una varietà di montagne russe in acciaio progettato da Reinhold Spieldiener della Intamin e prodotto da Anton Schwarzkopf. Tra il 1977 e il 1982 furono realizzate 12 installazioni in 22 parchi diversi, contando anche i numerosi trasferimenti di alcune di queste attrazioni.

La prima installazione risale appunto al 1977 con il “King Cobra” di Kings Dominion (Richmond, Virginia). In Europa il primo Shuttle Loop fu proprio Sirocco, inaugurato nel 1982 a Walibi Belgium. L’attrazione poteva ospitare fino a 1.300 persone l’ora operando con un solo treno di sette vetture, ciascuno con quattro posti a sedere, per un totale di 28 passeggeri.

Lo Shuttle Loop ebbe un grande successo all’epoca, ma oggi ne restano nel mondo solo 5 esemplari. Il tempo e l’evoluzione delle tecnologie hanno portato alla nascita di montagne russe sempre più elaborate e spettacolari, relegando lo Shuttle Loop a un ruolo di pioniere nostalgico del genere.

I dettagli tecnici

Lo Shuttle Loop, il cui nome significa letteralmente «navetta ad anello», è un tipo di montagne russe a circuito aperto, in cui il treno percorre dunque parte del percorso in entrambi i sensi di marcia, in avanti e poi all’indietro.
Queste montagne russe di solo 220 metri di lunghezza funzionano con un sistema ingegnoso e adrenalinico: il treno viene lanciato fino a raggiungere gli 85 km/h in soli 2 secondi grazie al sistema “flywheel“. Questo sistema rotante immagazzina e rilascia energia cinetica, sottoponendo i passeggeri a una forza di 4,5 G. Le prime versioni invece utilizzavano un sistema di lancio “weight drop”, ovvero a caduta di peso, con un peso di 40 tonnellate che rilasciava energia cadendo da una determinata altezza.

Coaster Park Country Open   sistema
Bullet Selva Magicà Mexico 2013 weight drop
Golden Loop Gold Reef City South Afr.  1989 weight drop
Katapult Hopi Hari Brazil 1999 weight drop
Sirocco/Turbine/Psyche Underground Walibi Belgium Belgium 1982 flyweel/LIM
Shuttle Loop Nagashima Spa Land Japan 1980 flyweel

Il lancio “Flywheel” è ottenuto dall’azionamento di una ruota, che funge da volano, fatta girare da un motore elettrico. Questo volano gira liberamente, disconnesso dal resto dell’attrazione grazie a un sistema di frizioni. Una volta raggiunta la massima velocità di rotazione, l’attrazione è pronta per partire. L’operatore, dalla sua postazione, attiva la frizione, collegando gradualmente il volano a due altre ruote su cui è avvolto un cavo. Il cavo inizia a girare, imprimendo una spinta graduale al treno (per evitare un avvio troppo brusco) e lo conduce verso il loop. Le vetture affrontano poi una salita inclinata di 70 gradi fino ai 42 metri di altezza, dove perdono velocità e iniziano la discesa a marcia indietro. Percorrono dunque lo stesso percorso al contrario, affrontando un’altra salita inclinata all’altra capo del tracciato, da cui ridiscendono in avanti per ritornare in stazione.

Lo schema di Shuttle Loop

Il sistema di lancio “FlyWheel”

 

L’incidente del 1997

E poi succede. Il treno di Sirocco non ha raggiunto una velocità adeguata, e si arresta proprio nel punto peggiore possibile: in pieno loop. I passeggeri rimangono bloccati sulle sedute dalle safety bars, mentre inizia un calvario che dura più di un’ora e mezza. Impossibile muovere il treno immediatamente, né in avanti né indietro; esso si trova in perfetto equilibrio nel loop, completamente bloccato. Fortunatamente, le barre di sicurezza hanno funzionato perfettamente, proprio come previsto dai costruttori.

I pompieri arrivano presto, ma il loro intervento è complicato: non sono in grado di sbloccare i passeggeri in sicurezza. La manovra è pericolosa, svolgendosi a più di 20 metri di altezza; il rischio è dato dal fatto che, in caso di sblocco, tutte le barre sono studiate per aprirsi contemporaneamente, facendo in un caso simile cadere tutti dal treno.

Dalla Germania arrivano dunque dei tecnici in elicottero per sbloccare manualmente i verini di sicurezza. Usando una gru, il treno viene spinto e fatto discendere lentamente con i suoi 26 sfortunati passeggeri, dopo circa novanta minuti di incertezza. Nove persone vengono portate in ospedale per osservazione, ma senza alcun sintomo grave (per la maggior parte si registrano solo dei gran mal di testa dovuti alla tensione).

Tutto questo avviene sotto gli occhi di tutti gli emittenti belga che trasmettono le immagini in diretta, riportate ben presto dalle televisioni di tutto il mondo.

 

Un’indagine ha rivelato che una parte del sistema di sicurezza delle Shuttle Loop si ruppe al momento del lancio del treno, e a causa di questo guasto la velocità del treno di Sirocco non fu sufficiente per compiere adeguatamente tutte le figure che compongono il percorso, causandone quindi l’improbabile arresto in cima al loop. Secondo le teorie del costruttore, il treno non avrebbe mai dovuto raggiungere quell’altezza in caso di velocità non corretta e normalmente sarebbe dovuto scendere autonomamente verso la stazione.

Dopo un mese di interventi da parte del produttore e continui, numerosi controlli da parte degli enti preposti, l’attrazione fu infine riaperta. Contrariamente a quanto si poteva temere, Sirocco continuò a riscontrare un grande entusiasmo da parte del pubblico, che anzi accorse in massa per (ri)provare l’attrazione divenuta famosa per il guasto nel giro di poche settimane.

Anno 1999: Sirocco diventa Turbine

Sirocco, inaugurato nel 1982 come classico roller coaster completamente all’aperto, generò fin da subito un notevole disturbo per i residenti delle case circostanti il parco. A causa delle numerose lamentele raccolte negli anni, nel 1999 Walibi Belgium decise di intervenire con lavori di insonorizzazione che comportarono la copertura di una significativa parte del tracciato. In seguito a questa modifica, l’attrazione venne rinominata Turbine.

L’esterno dei nuovi edifici che contenevano Turbine erano stati realizzati ispirandosi al tema industriale: in essi fu nascosto anche il grande e ormai celebre loop.
Grazie a questa modifica, il parco riuscì a ridurre l’impatto acustico dell’attrazione da 60 a 50 decibel. Inoltre, i supporti furoni riempiti di sabbia per una maggiore stabilità. L’area di lancio e l’intero loop sono stati immersi nell’oscurità e illuminati da effetti di luce stroboscopica indoor, offrendo ai visitatori un’esperienza completamente nuova e coinvolgente.

Nell’ottobre 2008, un guasto al sistema di Turbine rese l’attrazione inutilizzabile. Dopo 27 anni di attività, con all’attivo oltre 13.600.000 visitatori, la direzione del parco prese la difficile decisione di chiuderla. Nessun produttore era più in grado di fornire i pezzi di ricambio necessari per la riparazione.

Il parco valutò due opzioni: rinnovare l’attrazione o sostituirla con una nuova, magari più adatta alle famiglie, utilizzando anche l’edificio già esistente. Fortunatamente, tanto per motivi finanziari quanto per la forte risposta nostalgica del grande pubblico degli ospiti del parco verso Turbine e la sua storia, la scelta cadde sul rinnovamento.

Il ritorno della mitica attrazione fu accolto con grande entusiasmo sia dai più giovani che dai loro genitori, che avevano conosciuto e amato il mito shuttle loop Sirocco già negli anni ’80.

Anno 2013: la rinascita

Dopo quattro anni di attesa e lavori di ristrutturazione, il 13 luglio 2013 Turbine ha riaperto al pubblico con il nuovo nome di Psyké Underground.
In questa terza versione anche le due salite dell’attrazione sono state coperte per ridurre al minimo l’impatto acustico, rendendo il coaster un’esperienza completamente indoor.

La rinomata azienda tedesca Gerstlauer fu al timone di questo grandioso rinnovamento.

Novità salienti:

  • Nuovo treno:
    • Peso: 10 tonnellate
    • Capacità: 28 passeggeri
    • Sistema di sicurezza: lap bar
  • Sistema di lancio:
    • Completamente rinnovato da Gerstlauer
    • Tecnologia magnetica LIM (Linear Induction Motor)
    • Le vecchie parti meccaniche del sistema di lancio furono integrate nell’arredamento della coda

 

Una nuova esperienza

 

Un’esperienza sensoriale da brivido attende oggi i visitatori di Walibi Belgiun. Il treno di Psyké Underground li condurrà in un vortice di emozioni, avvolgendoli nell’oscurità più totale di un tunnel sotterraneo. Il percorso al chiuso e completamente buio amplifica le sensazioni di vuoto e disorienta i più.

Dopo aver attraversato il loop, l’oscurità avvolge ancora il viaggio mentre il treno si inerpica verso uno dei due tubi che culminano a 45 metri di altezza, e la successiva drop al contrario, anch’essa affrontata completamente al buio, disorienta nuovamente i guests e scatena un’ondata di adrenalina.

Diversi effetti speciali sono disseminati lungo il percorso per aumentare il tasso di brividi. Una proiezione 3D di un mostro emerge dal nulla all’interno del loop, con una sequenza diversa ad ogni passaggio del treno. Pipistrelli in resina traslucida, illuminati da effetti di luce fluorescente, creano un’atmosfera inquietante nei tunnel.

Una colonna sonora elettronica accompagna l’intera avventura, amplificando le emozioni e creando un’esperienza davvero unica.

La nuova versione dell’attrazione si immerge in un mondo psichedelico in puro stile Walibi. All’esterno, i visitatori incontreranno una serie di negozi in stile urban e fantasy, in particolare uno da cui acquistare finti biglietti per l’attrazione, la facciata di uno strano hotel e una società di fuochi d’artificio (Pyro Technics Inc.). Il pre-show si svolge a “Fabulous”, una città sotterranea situata a “Shimmeria”, un mondo abitato da chimere. Le chimere sono il frutto di un tentativo da parte di Walibi di sviluppare nuovi personaggi attorno alla mascotte, un’operazione che non ha avuto molto successo con il pubblico, nonostante le speranze riposte nel progetto dalla catena oggi proprietaria del parco, La Compagnies des Alpes (che possiede anche il celebre e ottimo Parc Asterix francese). Prima di imbarcarsi, i passeggeri sono accolti per esempio dalla mascotte Vita Drakovitz, non proprio popolarissima.

Vita Drakovitz

 

Anno 2025: il futuro… E il ritorno di Turbine!

 

Nel 2025, una nuova area tematica sbarcherà nel parco belga: “Dock World”.

Ispirata all’atmosfera dei magazzini e degli edifici portuali, Dock World ospiterà un nuovo coaster, il log-flume “Flash-Back” rivisitato e ovviamente l’iconico Shuttle Loop, il quale, dopo oltre 40 anni, tornerà alle sue origini con il nome di Turbine. L’area sarà arricchita con decorazioni ed effetti speciali in linea con il tema portuale, creando un’esperienza immersiva e colorata adatta a più visitatori.

Immagini prese da: walibi.be, germanculture.com.ua, @Vers l’Avenirs.net, worldwide.espacenet.com, advalas.be, wikipedia

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