Finalmente è giunto il periodo di Halloween: i parchi tematici di tutto il mondo sono in questo momento invasi da zucche, nebbia, mostri e, tra le urla di stupore e gioia di bambini e guests di tutto il mondo, grida di tutt’altro calibro si fanno sentire da ogni direzione. Orde di zombie, catene e motoseghe invadono le numerose scare zones che aprono i propri battenti agli ospiti più coraggiosi, mentre centinaia di persone attendono col cuore in gola di varcare la soglia degli scare mazes fissi o temporanei che oggi sono in assoluto tra le attrazioni più visitate ovunque.
Potevamo noi di ParksPlanet non unirci ai festeggiamenti? Celebriamo insieme la festa di Halloween proponendo la nostra intervista esclusiva a Gianfranco Bollini, celebre ex direttore artistico di PortAventura World e tra le figure chiave artefici di alcune delle più memorabili esperienze di Halloween (ri)portate in vita nei parchi divertimento europei. Ma lasciamo che il nostro ospite si presenti da sé…
Ciao Gianfranco, e congratulazioni per il tuo recente premio come ParksPlanet Academy Mentor! Per cominciare, puoi ricordare ai nostri lettori per quali parchi hai lavorato e qual è stato il tuo ruolo principale a PortAventura World?
Buongiorno ParksPlanet! Grazie di cuore per il premio: sono molto felice della nomina e adoro il vostro progetto didattico Academy! Rispondo alla domanda: la mia carriera di direttore artistico, ruolo che ho ricoperto dal 2010 qui a PortAventura, ha avuto inizio nel 1988 a Gardaland, dove ho lavorato fino al 2006. Negli anni seguenti ho proseguito la mia avventura prima presso Europa-Park in Germania e ho anche lavorato per qualche mese all’apertura di Miragica, il parco di Molfetta, fuori Bari. Nel mentre procedeva anche il mio supporto al progetto di Rainbow Magicland, ma avevo già firmato per diventare il direttore artistico di PortAventura World e dunque mi sono poi trasferito a Salou.
A proposito di PortAventura: sappiamo che il parco è stato per alcuni anni gestito da Universal, e ancora oggi nei parchi del Resort si possono incontrare diversi personaggi su licenza provenienti dai loro brand. Questo vale anche per Halloween?
Sì, è proprio così! PortAventura ha fatto parte degli Universal Studios per qualche anno, ma alcuni dei personaggi dai film e dalle serie Universal sono rimasti legati al parco. Abbiamo Woody, ovvero Picchiarello, che è un po’ la mascotte principale del parco, il pinguino Chilly Willy, e poi ancora Betty Boop… ogni tanto, soprattutto ad Halloween, Beetlejuice spaventa gli ospiti del Resort. Chiaramente paghiamo una fee annuale per il loro utilizzo: al pubblico piacciono molto! Woody non è particolarmente conosciuto dai bambini, nonostante il nuovo film uscito appena qualche anno fa, ma è adorato da moltissimi adulti che ricordano la serie a cartoni animati.
Vorrei ora arrivare al fulcro della nostra intervista e concentrarmi su REC Experience, che è al centro dell’offerta di Halloween del parco. Perché avete scelto di lavorare su questa saga cinematografica e come si è svolto il processo per ottenere la licenza per realizzare l’esperienza?
Innanzitutto siamo partiti dalla casa di produzione della saga, la Filmax, che ha sede a Barcellona. In realtà è stato molto semplice: era il 2013 e cercavo online personaggi e temi da proporre per l’inserimento nel nostro parco che fossero di richiamo per l’apertura speciale di Halloween, e mi è capitato di vedere il poster del terzo film della saga di REC, uscito da poco nei cinema spagnoli, con protagonista una donna in abito da sposa armata di motosega. L’immagine era molto forte e decido di telefonare direttamente agli uffici Filmax per prendere contatti: mi rispondono subito e organizzo una visita a Barcellona nella loro sede, dove incontro il loro presidente. Ho trovato persone molto cortesi e disponibili, e dopo aver spiegato la mia idea ho visto tutti i film della serie direttamente nella loro sala di proiezione!

REC a PortAventura
Come ha preso forma il progetto? Filmax ha partecipato alla realizzazione dello scare maze?
Avevamo a disposizione un grande spazio ricavato dall’area del nostro simulatore appena dismesso, Dino Escape 4D, che poi era diventato negli anni Sea Odyssey. Era un’attrazione degli anni Universal per cui diventava difficile trovare agevolmente pezzi di ricambio, e la struttura era in cemento armato. Abbiamo deciso di riutilizzarla evitandone la demolizione, e costruire lì dentro quella che era al tempo la più grande horror house in Europa sfruttando anche qualche scenografia già realizzata per il simulatore. L’esperienza prevedeva un percorso di ben quattrocentocinquanta metri di lunghezza e fino a cinquanta attori coinvolti; per quanto riguarda la scelta delle scene e dei personaggi da riproporre sono stato aiutato direttamente dalla Filmax, che si è interessata molto a tutto il processo creativo.
Che storia racconta la tua REC Experience?
Quello che mi attirava del film originale era il fatto che non fosse un film di zombie puro e semplice, e l’uso della camera a spalla in particolare dava un sacco di azione e movimento al film portando lo spettatore nell’orrore in prima persona: volevo ricreare un qualcosa del genere per il parco. Ho recuperato l’idea della giornalista che indaga sugli eventi che danno inizio alla saga e l’ho sviluppata per i vari ambienti rendendola un personaggio ricorrente e dandole un microfono perché recitasse come una cronista, mentre l’ispirazione principale per quanto riguarda i diversi ambienti è venuta da REC 3. Le prime scene sono ambientate in un hotel, dove una specie di maggiordomo o cameriere spiega ai visitatori le poche regole da rispettare, e cioè che non si devono toccare gli attori e che loro non toccheranno i visitatori: da qui si prosegue attraverso i corridoi dell’albergo con varie comparse che sbucano dalle porte delle stanze spaventando gli ospiti. Più tardi si attraversano il vecchio sommergibile di Sea Odyssey, ora trasformato in una casa futuristica piena di infetti, e poi un corridoio riempito di televisori a massimo volume che mostravano scene del film: sembra strano ma è un ambiente molto particolare e multisensoriale, che fa davvero paura a molte persone! Poi si arriva alla vecchia sala principale del simulatore, ora un cinema dietro il cui schermo si trovano altre rumorose e numerose comparse, e ancora le cucine dell’hotel tra chef e cuochi feriti e infetti… Man mano che l’avventura prosegue gli zombie diventano più rapidi e numerosi, fino al climax della scena del matrimonio tra ospiti feriti che chiedono aiuto e finalmente la sposa armata di motosega, il cui arrivo fa da gran finale. C’era anche una zona in stile labirinto, piena di fumo e improvvisi rumori, che poi abbiamo trasformato negli scorsi anni in varie aree della nave vista nel quarto film. Durante uno degli ultimi spaventi viene scattata al gruppo una foto, che può poi essere acquistata.

REC Experience a Portaventura
Una curiosità: la posizione degli attori è sempre fissa o c’è una certa libertà di improvvisazione?
Non per forza, ogni giorno ci inventavamo qualcosa di nuovo! [Ride]
L’ingresso è a pagamento, giusto?
L’ingresso costa cinque euro, come quello di Horror in Texas, l’horror house stabile a tema western di PortAventura World, e delle altre due esperienze horror: Apocalipsis Maya e La Isla Maldita, novità 2019 il cui ingresso costa 10 euro e che apre solo nelle ore di buio e occupa gran parte del Caribe Aquatic Park.
Qual è in media l’incasso stagionale proveniente da questo tipo di attrazioni?
A seconda dell’anno, ad Halloween direi che gli scare mazes incassano tra il milione e il milione e mezzo di euro. Il guadagno è circa del cinquanta per cento. Ora che ci penso i ricavi sono un po’ più alti, proprio perché Horror in Texas è aperta tutto l’anno. Chiaramente la presenza di queste attrazioni porta anche molti più visitatori nel parco; se in settimana a ottobre abbiamo magari nel parco circa cinquemila persone, di sabato spesso ne abbiamo ventimila e la domenica almeno quindicimila. Anche se non dovessero provare tutte le horror house, comunque c’è un grande guadagno che è tra i più alti dell’anno, anche grazie ai biglietti validi per due giorni e i pernottamenti nei quattro hotel del resort. Durante la settimana c’erano nel parco e fuori varie pubblicità per le horror house attive durante i fine settimana; e poi abbiamo creato due “notti nere” a parte; una è la Notte dei Vampiri del 12 ottobre, che nel suo primo anno è stato il nostro record di affluenza con ben quarantottomila persone nel parco, e poi la Grande Notte di Halloween, cioè ovviamente il 31 ottobre.
Fa strano sentire che ci sono state più presenze a metà ottobre rispetto ad Halloween, in genere giorno tipico in cui i parchi sono quasi invivibili!
Davvero! La nostra idea è stata abbinare alla Notte dei Vampiri un concorso a premi per i costumi più belli e creare diversi piccoli spettacoli ad hoc. Negli anni poi l’affluenza si è attestata sulle trentamila persone in media, ma in quel primo anno ci fu proprio il nostro record assoluto! Le attrazioni restarono aperte fino alle due o alla una e mezza del mattino, e probabilmente molta gente preferisce venire durante questa giornata proprio perché pensa che ad Halloween il parco sia anche più invivibile!
Come lavorate alla selezione degli attori per REC e le altre esperienze horror? Gli stessi attori lavorano anche nell’horror house stabile o nei vari spettacoli del parco?
No, gli attori di Horror in Texas sono dipendenti fissi che lavorano solo in quel percorso, e i membri del cast artistico lavorano solo agli spettacoli. Gli attori che impieghiamo ad Halloween vengono selezionati appositamente per le horror house in tutta la Spagna, fra Malaga, Barcellona e Madrid attraverso audizioni dove siamo sempre presenti io e i miei assistenti; contrariamente a quel che si pensa non cerchiamo attori e attrici di bella presenza ma attori che nel cinema si direbbero caratteristi: molto magri, molto alti, molto in carne…
E come si strutturano queste audizioni?
La prima audizione dura sette o otto minuti, e vediamo soprattutto cosa gli aspiranti attori sanno fare e cominciamo a scartarne qualcuno. Alla seconda, il giorno dopo, gli attori restanti presentano una scena studiata da un breve copione fornito da noi, molto semplice, perché ne valutiamo in primis la mimica. Persona fondamentale è per me Alexandra Alcañiz, make-up artist bravissima che con il suo team di trentacinque truccatori e truccatrici prepara ogni sera tutti gli attori in modo meraviglioso. Ti manderò qualche foto!

REC a PortAventura
Sarebbe fantastico, grazie! Immagino REC sia stata da subito un successo a livello di pubblico!
Assolutamente sì, la proponiamo ancora oggi da quasi dieci anni. Venne a provarla anche il regista del terzo film e co-autore della saga, che ci fece i complimenti! Disse che avevamo azzeccato molti personaggi, che sembravano gli stessi del film.
E a livello di operazioni, come gestite nella pratica attori e ospiti all’interno degli ambienti dell’horror house?
Innanzitutto gli attori sono abituati a lasciar passare con relativa calma chi sembra avere troppa paura, mentre si accaniscono su chi fa il furbetto, su chi se la tira un po’… [ride] Ci sono anche tre o quattro ragazzi con ricetrasmittenti nascosti nei backstage, quindi gli attori hanno già un’idea di cosa fare di lì a breve. Ci teniamo davvero tanto, e Halloween per me è una passione!
Succede spesso di dover gestire qualche emergenza all’interno delle horror house?
Tutto il parco è videosorvegliato, e lo stesso vale per i locali di REC Experience e le altre horror house e attrazioni al chiuso. Non è mai, mai successo nulla di serio, se non che ogni tanto qualcuno si è preso spaventi molto grandi ed è stato prontamente soccorso. A livello di prevenzione si cercano di evitare molti jumpscares e spaventi a chi sembra troppo turbato dall’esperienza; gli attori capiscono molto facilmente quando è meglio non esagerare. Durante il percorso capita molto spesso che qualche ospite esca dalle diverse uscite di sicurezza necessarie per motivi di legge, che portano immediatamente all’esterno nei viali del parco.
Cambiamo scenario per un po’: sei stato tra i primissimi in assoluto a portare Halloween nei parchi italiani. Come si arrivò a proporre Halloween a Gardaland?
Ero stato in visita durante il periodo di Halloween a Europa-Park e avevo visto quanto piaceva il parco pieno di zucche e personaggi adatti a tutta la famiglia, e proposi dunque di fare un qualcosa di simile. Quell’anno – era il 2002 – ci fu anche un mio show serale davanti alla Valle dei Re di Gardaland, per cui installammo un grande ventaglio d’acqua su cui proiettavamo per la prima volta delle immagini. Lo avevo visto poco prima a Berlino, al British Palace sotto Natale… Era un effetto bellissimo, e non vedevo l’ora di fare qualcosa del genere in Italia. Quelle macchine erano al tempo costruite solo in Austria! Poco dopo a Gardaland costruimmo anche il Teatro dell’Acqua, che poi diventò l’horror house Inferis, mi sembra nel 2011. Qualche anno dopo arrivò al Futuroscope in Francia e poi altrove. A Gardaland comunque, purtroppo, non abbiamo mai fatto horror house insieme… C’era è c’è ancora molto l’idea di Gardaland come parco per famiglie, ma mi pare di aver visto che ora stia cambiando qualcosa!

Immagine storica dall’archivio di Gardaland Tam Tam
E poi arriva Europa-Park…
Quando poi sono andato a lavorare proprio a Europa-Park, nel 2007 costruimmo la loro prima horror house temporanea per le prime Horror Nights. Io proposi l’idea, che fu accettata, ma non fu ideata da me. Ad Halloween cantava DJ Bobo, che è famosissimo in Germania. Lavorare con i Mack e Marc Terenzi, rock star che firmò la prima horror house della storia del parco, Hell’s Inn, è stato molto piacevole. Mi è piaciuto molto lavorare sugli show di Europa-Park! Quell’anno realizzammo anche per la prima volta lo show Mystery, che vinse un premio della IAAPA: c’era un palco stupendo, e avevamo in scena quaranta persone accompagnate dai fuochi d’artificio. Nell’area dello spettacolo potevano entrare fino a settemila persone; appena dietro si trovava la zona dedicata all’horror house di Marc Terenzi.

Il monumento dedicato alla prima Horror Nights nel quartiere francese di Europa -Park
Come è stata gestita la stagione di Halloween 2020, durante l’emergenza Covid? Immagino sia stato molto complesso organizzare il tutto in sicurezza…
Sì, direi molto complicato… Per un po’ non abbiamo avuto un’idea certa di cosa sarebbe stato disponibile, ma Horror in Texas, dato che le stanze e i corridoi sono troppo
stretti e non avrebbero garantito il rispetto della distanza sociale, è rimasta chiusa. Abbiamo preso davvero moltissime precauzioni, e tutto viene gestito e pulito in modo maniacale durante le ore di apertura del parco anche più del solito da quando il COVID ha iniziato a farsi conoscere. Adeguarsi alle normative e aprire i parchi è stato molto costoso.
Esiste un Halloween per famiglie a PortAventura World?
Assolutamente sì. Nelle diverse aree dei parchi ci sono molti personaggi che fanno divertire gli ospiti, come il curato e la ragazza posseduta dai demoni, stile L’Esorcista, che si muove con un letto su rotelle, e che principalmente si divertono a rincorrere i ragazzi. Nella zona dedicata ai personaggi di Sesamo Aventura Halloween è pensato per i più piccoli con tanto di caramelle, streghe buone e scherzetti: non fa per niente paura, è davvero per tutti.
Perfetto, non abbiamo altre domande per questa volta! Grazie infinite per il tuo tempo e la tua cortesia, è stato un piacere enorme intervistarti!
Di nulla, è stato un vero piacere anche per me, a presto!

Immagine storica dall’archivio di Gardaland Tam Tam
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