Non saprei da dove cominciare però, mi pare una risposta fin troppo generica. Dovrei anche cercare articoli che, come accennato prima, mi spieghino:Matteo Riboldi ha scritto: 4 apr 2023, 19:18 Alcuni argomenti sono di pubblico dominio, ad esempio quanto sia bistrattato il comparto dei parchi divertimento a livello di inquadramento, aiuti economici statali e facilitazioni a livello burocratico oppure quanto ha inciso la gestione pandemica italiana sulle attività del turismo e, appunto, del settore amusement. Cerca negli argomenti tecnici della principale testata giornalistica che si occupa di questo settore. Se ne parla ampiamente. Qualcosa è stato scritto anche da Maurizio Cristanti.
Molte altre dinamiche sono trattate nelle tavole rotonde annuali pre-p.m. awards e, mi spiace, ma sono cose che devono rimanere interne e non posso certo condividerle. Non sarebbe corretto.
1. se è cambiato qualcosa rispetto a una ventina di anni fa
2. se all'estero generalmente va meglio e quanto le politiche e la burocrazia locale siano un impedimento per i parchi italiani
Se no si rischia di leggere la solita retorica di settore buttata solo per dipingere una realtà nera che in realtà non è più nera che in altre nazioni.
Sicuramente la gestione della pandemia è stata tra le più ferree d'europa (anche se almeno non siamo arrivati all'obbligo di tampone anche quando il green pass era attivo), gli aiuti sono arrivati in ritardo e col contagocce (anche a causa del mancato inquadramento come attività turistiche), alcune politiche hanno favorito strutture come piscine e tenuto fermi i parchi e mille altre cose, ma il covid è solo una piccola parentesi. I problemi di tanti parchi risalgono a un decennio prima, se non oltre.
Ma quello delle multinazionali che sganciano è un concetto che generalmente intendo in modo ideale. Ci mancherebbe che i singoli parchi o anche i singoli rami d'azienda non si reggano sulle proprie gambe. Se hai in mano un parco che fino a poco fa ti faceva 20 milioni di utile (e qualche anno prima forse si arrivava a 30) hai voglia a correre e investire con il capitale proprio, però i soldini sono sempre finiti da altre parti. Chi prenderà la decisione finale che porta ai mancati investimenti?Michele Santarsiere ha scritto: 4 apr 2023, 22:10 Sul primo punto dissento in parte. Le multinazionali non sganciano soldini a pioggia like Jordan Belfort dal suo yacht in the wolf of wall street, scendiamo con i piedi per terra (o da Antares fate vobis). Questo movimento si chiama ricapitalizzazione e avviene in particolari e specifici momenti. Poi i parchi devono principalmente camminare con le proprie gambine e investire, gestire e portare avanti il parco con le proprie energie e il frutto dei loto utili. Altrimenti il giochino non regge. Un po come quelli che comprano l’iphone18 ma poi ti chiamano con l’addebito perchè non hanno soldi.
Più che nell'ambito della comprensione delle dinamiche interne qua ci addentriamo nelle più autentiche scuse. Dovrei scrivere un wall text o addirittura un libro per argomentare bene punto per punto. Provo a scrivere in estrema sintesi, vediamo cosa esce.In merito all’incompetenza dei dirigenti italiani diciamo che sono curiosissimo di sentire le tue idee se fossi al loro posto. Oramai siamo bravi a giudicare, criticare senza comprendere le dinamiche interne che possono esserci in una azienda, le difficoltà collaterali, la realtà oggettiva dal 2020 a quesra parte, quanto sia complesso operare nel mercato italiano, quanto sia complesso dover combattere contro la concorrenza dell’italia stessa che è un paese splendido, bellissimo e ricco di cultura e storia (sono stra convinto che questa cosa incida e non poco).
Per carità anche io in passato ho criticato alcune scelte, ma siamo appassionati e si presuppone che certe dinamiche siano più chiare per cui certi commenti velenosi fanno sorridere. Va bene esprimere il proprio pensiero ma il mio suggerimento, per rendere la discussione intelligente, è esprimere il proprio disse so con maturità e distacco. Affermare “oggettiva incompetenza” non mi pare un’affermazione oggettivamente intelligente ecco. Senza offesa e niente di personale. Sia chiaro
Alcuni punti riguardano parchi più specifici, altri sono più generici. Non credo serva specificare a chi mi riferisco.
1. La grande genialata di puntare alla parte "resort", agli hotel, alle strutture extra come strategia per ingrassare il fatturato e il valore immobiliare. Tutto bene se sono investimenti in parallelo, ma è chiaro che qualcosa può solo andare storto se si traduce in oltre un decennio di mancata espansione dell'offerta.
2. L'altra grande genialata degli abbonamenti regalati, con tanto di saltacoda illimitati per ingolfare il parco. Perché, si sa, la gente nei parchi spende un sacco di soldi, non è così? Poi facciamo tanti soldini con i saltacoda, perché spremere chi ti paga il giornaliero a prezzo pieno e il soggiorno all'hotel a vantaggio di chi fa crollare la spesa per ingresso non avrà ripercussioni...
2a. Ancora meglio se i pochi investimenti sono attrazioni a bassa portata oraria. Come ennesima dimostrazione di lungimiranza.
3. Ritrovarsi con due figure chiave nel registro degli indagati, tutto sotto il naso, è un altro esempio di brillante gestione.
4. Politiche da PR assurde. Con il continuo pompare i numeri, gonfiare le aspettative, spacciare per grandi novità degli investimenti del tutto insulsi. Palesi tentativi di fregare la gente e palese dichiarazione di quanto sia bassa la considerazione del guest medio.
5. Acquistare modelli di coaster e prototipi difettosi ripudiati pure dalla loro madre. Neanche le basi...
6. Politiche fuori dalla realtà riguardo i limiti di altezza delle attrazioni e il pubblico di riferimento. Sia per la scelta di modelli discutibili, che per numeri gonfiati o un marketing discutibile. Il che ci porta ai punti successivi.
7. Attrazioni palesemente kiddie con limiti del tutto incompatibili con i bambini piccoli, vedi lo brutto di ducati world.
8. Attrazioni per bambini piccoli (la nicchia) scambiate per attrazioni per famiglie (il pubblico ampio) e spacciate per grandi novità per tutti.
8a. Senza contare quanto si sottovaluti l'intelligenza degli stessi bambini. "Ma sì, va bene per i bambini" chissà quante volte sarà stato pensato ai piani alti. Ed ecco come delle mascotte insulse, buttate in mezzo al nulla, per qualcuno potevano essere dei buoni riempitivi.
9. Vogliamo parlare di quanto in italia si sottovalutino i coaster e le attrazioni adrenaliniche? Di come, con un meccanismo speculare a quello di sopra, i cosiddetti coaster "estremi", che sono potenzialmente fruibili dalla MAGGIORANZA del pubblico di un parco (anche oltre 80%), vengono misteriosamente scambiati per attrazioni di nicchia, per pochi, per "adulti"?
9a. Anche il marketing, le locandine, i siti web sono l'esatto opposto di ciò che si vede nel resto del mondo.
10. La distorsione del target, i limiti gonfiati, gli investimenti sbagliati, gli acquisti discutibili producono ciò che io chiamerei "divergenza": si creano quindi parchi costituiti da molte attrazioni kiddie, noiose anche per il fratello maggiore, poche attrazioni "per adulti" e pochissime attrazioni fruibili e appetibili all'intero nucleo familiare. L'esperienza in un parco diventa la roba più blanda in assoluto proprio per quello che, secondo i capoccia, dovrebbe essere il pubblico di riferimento. Altro punto: il resto del mondo fa una cosa, qui in italia è tutto l'esatto opposto.
11. La mancanza di cura dei particolari, la mancata manutenzione in senso estetico, gli effetti che saltano, le attrazioni scolorite, il senso di trascuratezza. Tutta roba che, con gli anni, si accumula, fino a compromettere l'immagine del parco e anche i soldini.
12. L'uso di brand esterni per attrazioni che senza di essi sarebbero a medio budget, ma che così diventano a basso budget, scommettendo sulla stupidità della gente.
13. Virare verso "le famiglie" praticamente lo stesso anno del picco massimo di fatturato, crollare e rimanere ancorato sul "cambio di target" per oltre un decennio è roba da scemo e più scemo, eppure ne sono stati cambiati di ad/direttori generali a mirabilandia.
Non è alquanto comico trovare i due parchi principali inquadrati in oltre metà dell'elenco puntato di un tizio a caso che in teoria ne dovrebbe sapere molto meno di un esperto di settore? Questi, specialmente insieme, non sono errorini o piccole sviste. Ma che dinamiche ti giustificano anni e anni di errori a dir poco colossali come quelli riassunti sopra? Che scuse possiamo trovare? Io riesco a spiegare il tutto solo con la parola incompetenza.
Poi cosa farei io al loro posto? Se metto l'iban e mando il curriculum me lo mandano un bello stipendietto da amministratore delegato?
Anche io, ma lo credo nella direzione opposta.quanto sia complesso dover combattere contro la concorrenza dell’italia stessa che è un paese splendido, bellissimo e ricco di cultura e storia (sono stra convinto che questa cosa incida e non poco).